Monumenti
Il toponimo deriva, evidentemente, da un luogo di culto dedicato a SAN POTITO, martire del II secolo, le cui reliquie furono scoperte a Tricarico nel IX secolo e portate a Benevento da dove si irradiò il culto. Non esistono però resti di una chiesa a lui intitolata. Non essendo stata mai “terra murata”, San Potito ha avuto uno sviluppo urbanistico incrociando la protostorica pista pastorale, di accesso ai monti attraverso la “valle del lontro”(lontro: tronco scavato per abbeverare), fra le attuali vie Porta Agricola e Sala, con le traverse relativamente più recenti. Oltre ai ruderi delle famose Terme di Ercole (impianto ternario di epoca romana) poste sulla collina delle Torelle, distrutte da un terremoto e ricostruite da FABIO MASSIMO rettore della provincia del Sannio, come riportato dall’iscrizione descritta da Gianfrancesco TRUTTA nelle proprie Dissertazioni Istoriche delle Antichità Alifane, è possibile oggi osservare la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Caterina e San Potito Martire il cui impianto primitivo risale al X secolo. Adiacente alla Piazza della Vittoria, ove è situato il Municipio e il Monumento ai caduti, è posta la Chiesa dell’Ascensione, di giuspatronato comunale e realizzata nella metà del Seicento. Nel centro storico molti sono i palazzi settecenteschi che presentano importanti portali di pietra e resti di intonaci lavorati. Nel quartiere Formose sorge il palazzo Filangieri di Candida Gonzaga, costruito nel settecento e ampliati nell’Ottocento. Il palazzo è stato certamente edificato sulla struttura di una villa romana di cui si conservano i cunicoli degli acquedotti che, fino a non molto tempo addietro, alimentavano vasche e fontane ancora visibili nel giardino. Il Palazzo è stato dichiarato monumento d’interesse storico – artistico con decreto ministeriale del 1993. La sua architettura e struttura ricorda lo stile della Reggia di Caserta(naturalmente in misura ridotta).
Alberghi e Ristoro
Bed&Breakfast
Descrizione: Sito in Via Provinciale
Tel.: 0823 912430
Agriturismo S. Cassiano
Descrizione: Sito in Via S. Cassiano.
Tel.: 0823 912583
AGRITURISMO 'ANTICA QUERCIA'
Via Provinciale,20 – San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823912430
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AGRITURISMO 'MASSERIA DEI MONACI'
Via Strada Vicinale Querce Dei Monaci -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823784769-3207122374
www.agriturismomasseriadeimonaci.it
AGRITURISMO 'SAN CASSIANO'
Via San Cassiano,12 -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823912583
AFFITTACAMERE ' IL PALAZZO'
Via Ascensione,10 – San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823911457
www.affittacamereilpalazzo.com
COUNTRY HOUSE 'BACCO E BIVACCO'
Via Starze,5 -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823910669
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COUNTRY HOUSE 'CANTINA XIII '
Via Sala -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.3347085733
COUNTRY HOUSE 'LA MERIDIANA'
Via Starze,4 -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823785842
COUNTRY HOUSE 'IL RUSCELLO'
Via Salette -San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823543129 – 3687151186
COUNTRY HOUSE 'LA VIGNA'
Via Aulecine,15-San Potito Sannitico (Ce)
Tel.0823912699
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Il caciocavallo Silano
La tesi più accreditata sulla origine della denominazione "caciocavallo" la fa derivare dalla consuetudine di appendere le forme di formaggio, in coppie, a cavallo di pertiche di legno, disposte in prossimità di focolari.
Il primo autore che descrive la tecnica usata dai greci nella preparazione del cacio è Ippocrate nel 500 a. C. In seguito diversi autori latini, fra cui Columella e Plinio, hanno trattato dei formaggi nelle proprie opere. In particolare, Plinio esalta le qualità del "butirro", antenato del nostro caciocavallo, definito "cibo delicatissimo".
DESCRIZIONE DEL PRODOTTO
Il caciocavallo Silano DOP è un formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di vacca di diverse razze, tra cui la podolica, una tipica razza autoctona delle aree interne della Campania. La forma, sferica, ovale o troncoconica, varia secondo le diverse aree geografiche di produzione. Il peso è compreso fra 1 e 2.5 kg. La crosta, sottile, liscia, di marcato colore paglierino in superficie, può manifestare la presenza di leggere insenature dovute ai legacci. La pasta si presenta omogenea o con lievissima occhiatura, di colore bianco o giallo paglierino. Il sapore è inizialmente dolce fino a divenire piccante a stagionatura avanzata.
REGISTRAZIONE
Il "Caciocavallo silano" riconosciuto il 10 maggio 93 formaggio a denominazione d'origine (DO), ha ottenuto il 01.07.96 la registrazione della Denominazione d'Origine Protetta (DOP), (Reg. CE 1236/96.
ORGANISMO DI CONTROLLO
L'organismo di controllo autorizzato è l'Is.Me.Cert - Istituto Mediterraneo per la certificazione dei prodotti e dei processi dell'agroalimentare - Centro -Direzionale di Napoli Isola G/1 tel. 081 7879789 fax. 081 6040176.
CONSORZIO DI TUTELA
Il Consorzio di Tutela "Formaggio Caciocavallo Silano DOP" nasce nel 1993 in Calabria; nel tempo ha costituito diverse sedi distaccate nelle varie regioni interessate alla produzione. Al Consorzio aderiscono allevamenti e caseifici. La sede principale è a Cosenza, in via degli Stadi, n°90 (tel. E fax 0984-393007); la sezione regionale campana si è costituita nel 1997.
Vini Locali
TERRE DEL VOLTURNO
Indicazione geografica tipica - Data: 22 novembre 1995
CARATTERISTICHE GENERALI
Bianco: nelle tipologie frizzante, amabile e passito
Rosso: frizzante, amabile, passito e novello
Rosato: frizzante e amabile
Le uve devono essere quelle raccomandate o autorizzate in provincia di Caserta. L'indicazione con specificazione di aglianico, asprinio, coda di volpe, falanghina, fiano, greco, piedirosso, primitivo e sciascinoso è riservata ai vini realizzati almeno con l'85% dei vitigni corrispondenti.
È consentito, inoltre, l'uso di uve ricavate da vitigni a bacca di colore analogo purché autorizzati per la provincia di Caserta fino ad un massimo del 15%.
I vini a IGT Terre del Volturno con specificazione del vitigno asprinio possono essere prodotti anche nella tipologia frizzante.
Resa max per ettaro: 14 tonnellate per i vini a indicazione geografica tipica Terre del Volturno bianco, rosso e rosato, 13 con la specificazione del vitigno.
La resa max dell'uva in vino finito, comunque, non deve superare il 75% per tutti i tipi, tranne se passito (50%).
Titolo alcolometrico minimo: 9,5% per i banchi; 10% per i rossi e i rosati; 9% per l'Asprinio frizzante. Nel caso di annata sfavorevole tali valori si possono ridurre dello 0,5%.
All'atto dell'immissione al consumo, invece, occorre rispettare i seguenti parametri: 10% (bianco; frizzante con indicazione del vitigno asprinio); 10,5% (rosso e rosato), 11% novello.